Scuola di Conca d'Oro

PERIODO 1945- 1960.

  1. Il processo di alfabetizzazione a Palagiano.
    a) La scuola di Palagiano dal 1945 al 1960.
    I primi anni del dopoguerra non furono rosei per la scuola di Palagiano e dell'Italia in genere. Nonostante di anno in anno crescesse il numero dei frequentanti, non vi fu quasi mai una adeguata crescita o adattamento delle strutture alle reali necessità della popolazione scolastica.Iniziò lo sviluppo demografico del nostro Comune, che non conobbe arresto, se non nei giorni nostri: dai 5.226 abitanti dell'anno 1936 si passò ai 6.989 del 1951, agli 8.602 del 1961, ai 10.489 del 1971, ai 13.337 del 1981. Le sezioni scolastiche, invece, aumentarono, ma non secondo le esigenze dell'utenza stessa; e se è dimostrato dai dati del grafico, relativo all'orga­nico delle sezioni nel periodo a.s. 1945-46 - a.s. 1954-55, che dalle 16 sezioni dell'a.s. 1945-46 si passò alle 24 sezioni dell'a.s. 1954-55, è dimostrato altrettanto che le sezioni erano formate da un numero ancora ben nutrito di scolari; le classi erano formate in media dai 39 ai 40 alunni iscritti, come si può ben rilevare dallo schema relativo al rapporto alunni iscritti — numero di sezioni — media alunni per sezioni.Quando nel gennaio del 1946 l'edificio di viale Stazione fu nuovamente adibito a scuola, perché i Polacchi erano andati via, funzionarono 16 sezioni, che occupavano tutte le aule dell'edificio, che ancora non aveva l'ala nord, come già detto; questa ala sarà costruita più tardi, dopo il 1950, e sarà formata da altre 10 aule, 5 al piano terra e 5 al primo piano.L'edificio e la palestra dovevano essere stati lasciati in condizioni disastrose dai Polacchi, tanto da richiedere l'intervento del Provveditore agli Studi del tempo, per provvedere ai lavori di ristrutturazione.Il materiale didattico e quello per la pulizia dovevano essere praticamen­te a zero, giacché si arrivava a scrivere sui muri delle aule, per mancanza di lavagne, e a richiedere, tramite le autorità scolastiche, alle autorità comunali, il materiale didattico ed igienico. Non sempre l'autorità comu­nale rispondeva a tali richieste; questo lo si evince da quanto gli insegnanti scrivevano sui Registri di classe. Si arrivò persino a diffidare la bidella, che, poverina, non avendo materiale disponibile per la pulizia, ne aveva fatto richiesta all'allora Ispettrice, venuta in visita alla scuola di Palagiano. Alla lettera dell'Ispettrice, inviata all'autorità comunale, si rispondeva, in data 13-02-1947, che«.... si addebitava l'insufficiente pulizia dell'edificio alla esclusiva negligenza (della bidella) e la diffidava ad usare maggiore diligenza e zelo nell'adempimento del suo dovere, ad evitare incresciosi e severi provvedimenti a suo carico».Non si capisce come l'autorità comunale abbia potuto esprimersi nei termini citati. Bisogna tener presente che l’allora bidella doveva badare alla pulizia dei corridoi, della palestra e di tutte le aule, da sola! Nonostante questo gravoso lavoro, riusciva a pulire l'edificio come meglio poteva; questo è quanto viene ricordato dagli insegnanti e dagli scolari di allora.Doveva essere una impresa per alunni ed insegnanti, in quegli anni del dopoguerra, frequentare la scuola durante l'inverno e sostare nelle aule prive di ogni mezzo di riscaldamento.In quelle condizioni solo i ragazzi, che avevano provato la fame e le durezze della guerra, potevano resistere al freddo e mettere in atto ogni espediente, che il bisogno aveva insegnato ad usare per sopravvivereII 30 aprile dello stesso anno 1947 crollò il tetto della palestra; fortunatamente non vi furono vittime, pur essendo in pieno anno scolastico. Il materiale ginnico e le poche attrezzature esistenti andarono distrutte col crollo. Sembrava che la guerra volesse ancora continuare!Ma per i nostri poveri ragazzi, anche le ore pomeridiane e i giochi per le strade dovevano essere un'impresa o costituire talvolta rischi e pericoli mortali.  Infatti le  truppe  italiane,  tedesche,  polacche  e  degli alleati, presenti in tutto il territorio del nostro Comune, durante gli anni della Guerra, avevano lasciato, in ogni parte, residuati bellici, che insidiavano la vita dei bambini e dei ragazzi di scuola elementare, che ne venivano a contatto. Le mine anti-uomo a forma di scatola di lucido per scarpe, le bombe a mano di tipo «ananas», le mine anti-carro, i proiettili di ogni  calibro, spesso venivano presi dai ragazzi come oggetti di trastullo. Gli ex-accampamenti divennero i luoghi di gioco degli scolari, che, nelle ore   extrascolastiche, passavano il tempo giocando alla guerra, ed era proprio lì che si rinvenivano gli ordigni di guerra.La frequenza scolastica negli anni del dopoguerra, oltre ai casi di abbandono, per molti scolari fu saltuaria. Le condizioni della nostra gente, già precarie prima ancora della guerra, rasentarono, per molti, la miseria durante gli anni della guerra e anche dopo. I soldati palagianesi, rientrati dai campi di prigionia, non trovavano lavoro; si adattavano a qualunque tipo di occupazione, pur di lavorare. Si organizzarono squadre di braccian­ti agricoli che, senza essere ingaggiati dai proprietari terrieri o dai piccoli proprietari, andavano ad eseguire lavori nei campi, chiedendo poi ai padroni il dovuto compenso. I proprietari di minimi appezzamenti, i mezzadri e i fittavoli temevano anche loro l'intervento di queste squadre, quindi si davano da fare ad eseguire i lavori in tempo, per evitare di aggiungere alle spese, che già sostenevano, anche quelle di questo interven­to forzato.A pagare le spese di questa situazione erano, però, sempre i ragazzi di scuola elementare. Ripetutamente leggiamo nelle Cronache scolastiche, dagli anni 1945-46 fino al 1950, che gli insegnanti richiamavano i genitori per la mancata frequenza della scuola dei loro ragazzi.Gli Organi assistenziali, come il Patronato scolastico, istituito in ogni Comune, cercavano di assistere gli scolari, che versavano in gravi difficoltà economiche, offrendo materiale di cancelleria e soprattutto la mensa, specialmente nei periodi in cui le lavoratrici della terra erano maggiormen­te impegnate nei campi. Quando era possibile si distribuivano anche indumenti e scarpe.In questa assistenza si distinsero, dagli anni '50 in poi, il defunto parroco della «SS. Annunziata», don Leonardo Ventura, e l'insegnante elementare Carmine Gravina, in pensione da qualche anno.Non mancò, in quegli anni, l'assistenza della Chiesa, che fu presente con l'Assistenza Pontificia in ogni branca della nostra società bisognosa di aiuto.L'interruzione della frequenza scolastica, che quasi sempre sfociava nella bocciatura, aumentava il numero di coloro che abbandonavano la scuola.Negli anni del dopoguerra, fino al 1950, risulta che furono istituiti, nel nostro Comune, solo pochi corsi di scuola serale, per consentire a quei ragazzi, che avevano abbandonato la scuola, di conseguire la licenza elementare. Solo dagli anni '50 in poi si istituirono numerosi corsi di Scuola Popolare per analfabeti e semianalfabeti, sia a Palagiano-centro, sia nelle Frazioni di campagna.Dagli anni '50 in poi la popolazione palagianese fu in continua espansio­ne, si attestò ben presto tra i settemila e gli ottomila abitanti; nascevano i nuovi rioni al di là dell'edificio e la popolazione scolastica aumentava, di anno in anno. Ben presto l'edificio scolastico risultò insufficiente per l'utenza, che sentiva sempre più impellente il bisogno di istruirsi.La guerra aveva prodotto tanti disastri, ma aveva avvicinato popoli e culture diverse, provocando nelle popolazioni e, quindi, anche nella nostra, mutamenti sostanziali nel modo di concepire la vita e nel modo di pensare. Cadde quel senso di sopportazione atavico della nostra gente, acuito fra l'altro anche dalla imposizione delle leggi del fascismo, e ci si avviò verso una considerazione più critica del mondo, in cui si viveva e si era vissuto.Nel nostro paese non era più possibile ipotizzare una cultura di massa limitata alla alfabetizzazione, né l'accesso al diploma o alla laurea poteva essere considerato solo patrimonio di pochi. Con sacrifici immani, alcune famiglie palagianesi mandarono i loro figli alla Scuola Media di Taranto, perché Palagiano ne era priva, e poi alle Scuole superiori.Nonostante si fosse passati all'Istituto Repubblicano e vigesse la nuova «Costituzione Italiana», le scuole medie e superiori erano ancora frequen­tate da chi aveva «grana»; l'accesso dei paesani alle scuole di città non era tanto ben visto; erano i «cafoni» che si spostavano dal paese alla città e osavano pretendere di istruirsi!!! Lentamente iniziava quel processo di «acculturazione» di massa e, con esso, il riscatto sociale,Il lavoro, sempre più precario nel nostro povero Sud, spingeva i governanti ad operare riforme sostanziali e fu da questa situazione che scaturì la «Riforma Agraria», negli anni '50. Sembrava impossibile che il solido «feudo» dell'ultimo feudatario di Palagiano, passato da un barone all'altro, da un principe all'altro, nei vari secoli, fosse demolito per sempre, per dare lavoro a oltre 500 famiglie di Palagiano, assegnatarie di poderi della Riforma Agraria, nella zona di Conca d'Oro. Questi assegnatari trasformarono, in breve tempo, i pochi ettari assegnati, da terre aride e poco coltivate, in giardini di agrumeti e vigneti con uve e agrumi sceltissimi, che avviarono, sin da quegli anni ad oggi, in modo crescente, il processo di commercializzazione di quei prodotti, con le città d'Italia e d'Europa.In questa favorevole circostanza, che frenò in Palagiano il flusso migratorio di parecchi nuclei familiari verso i paesi industrializzati del Nord, la nostra popolazione, vocata per tradizione all'agricoltura, trovò il suo naturale sbocco in questa attività.Intanto, nel 1955, venivano emanati i nuovi Programmi per la Scuola elementare: D.P.R. 14 giugno 1955, n, 503. Questi prescrivevano il fine dell'istruzione primaria inteso ad «... assicurare alla totalità dei cittadini quella formazione basilare della intelligenza e del carattere, che è condizio­ne per un'effettiva e consapevole partecipazione alla vita della società e dello Stato. ...» (dalla Premessa dei nuovi Programmi del 1955).Inoltre la nuova Costituzione della Repubblica Italiana sanciva, all'art. 34 del Titolo II: «La Scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. ...».In virtù di questi dettati programmatico e costituzionale, si iniziò, in concomitanza con l'istruzione dei fanciulli, la lotta all'analfabetismo per gli adulti, per cancellare completamente dal nostro Sud questa piaga, che aveva prodotto tanti danni alle nostre popolazioni. Palagiano non rimase estranea a questo processo di alfabetizzazione.Molti adulti, nel nostro Comune, in quegli anni, non avevano proprio frequentato la scuola elementare e, ancora, molti erano coloro che avevano conseguito solo la licenza del corso inferiore. Pochissimi, poi, erano coloro che erano in possesso della licenza di Scuola Media, anche perché, per accedervi, bisognava sostenere gli esami di «ammissione» e non tutte le famiglie erano in grado di assicurare ai figli la dovuta preparazione presso un insegnante, privatamente.
    b) La  scuola popolare  in  Palagiano  nel secondo  dopoguerra  e  i suoi insegnanti.
    In virtù delle leggi sulla Scuola Popolare, vennero istituiti Corsi Popolari di tipo A - B - C, rispettivamente per analfabeti, semianalfabeti e corsi di richiamo; questi ultimi per coloro che avevano conseguito già la licenza di 5a elementare.Oltre che dai Provveditorati, i Corsi potevano essere istituiti e organiz­zati da Enti o Associazioni, che ne possedevano i mezzi e i requisiti. Infatti a Palagiano furono gestiti corsi di Scuola Popolare dal Provveditore agli Studi, dal Patronato scolastico, dal Centro Italiano Femminile (C.I.F.), dalle A.C.L.I., dall'A.I.M.C., dall'Associazione dei Combattenti, ecc.I Corsi serali avevano, di solito, la durata di cinque mesi, da gennaio a maggio. Coloro che non potevano frequentare i Corsi serali, si iscrivevano ai Corsi estivi e festivi. Si organizzarono anche Corsi popolari presso le famiglie, in Palagiano e nelle frazioni.Nelle frazioni di Conca d'Oro, Chiàtone, Frassino, Chiatona-Scalo e Palagiano-Mottola Scalo, i Corsi popolari funzionarono nelle stesse sedi, dove frequentavano, nel turno antimeridiano, gli alunni di scuola elemen­tare, residenti nelle zone rurali. La prima frazione ad avere un corso di Scuola Popolare, funzionante ininterrottamente dall'a.s. 1932-33 fino all'a.s. 1969-70, fu quella di Palagiano-Scalo, denominata «Dresda Giusep­pe». Di questa scuola si possono ancora osservare i ruderi, alcuni metri prima del passaggio a livello, sulla destra, viaggiando in direzione Mottola. Questa scuola consentiva la frequenza ai ragazzi, che abitavano nelle masserie, sparse nel territorio di Palagiano, ai confini di Mottola e Massafra. Era una pluriclasse affidata ad un solo insegnante.L'aumento dei Corsi popolari, nelle frazioni di Conca d'Oro, Frassino e Chiàtone, coincise con il trasferimento delle famiglie contadine, da Palagiano alle case coloniche dell'Ente Riforma, negli anni '50 e '60.Dobbiamo ringraziare, da queste pagine, tutti gli insegnanti che, in quegli anni, operarono nei corsi popolari per la elevazione culturale del nostro paese. Con sacrifici, ora inconcepibili, si raggiungevano le sedi dei corsi nelle frazioni, nei mesi invernali, con le strade piene di fango e pozzanghere d'acqua, spesso con le biciclette. Gli insegnanti rientravano la sera, tardi, a casa, verso le ore 21 e, quando il freddo era pungente e ilvento soffiava forte, si preferiva rientrare a piedi. Non c'erano mezzi di nessun genere, che collegavano il paese con le frazioni. Inoltre la remunerazione era esigua, soprattutto nei primi anni dell'entrata in vigore della Legge; lo stipendio mensile di un maestro, che insegnava in un corso di Scuola Popolare, si aggirava intorno alle dodicimila lire.

Nè tanto migliore era la condizione degli insegnanti, che operavano nelle scuole rurali, nel turno antimeridiano. Queste avevano di «scuola» solo il nome; mancavano di tutto: dalla suppellettile ai servizi igienici. Erano locali di fortuna, dove con pochi banchi biposto, con sedili fissi e qualche pezzo di lavagna rotta, si allestiva una pseudoaula. Solo le scuole rurali di Conca d'Oro, Chiàtone e Frassino, ubicate nei centri di Riforma Agraria, furono sufficientemente arredate e dotate di servizi igienici.

 

Fonte: Luci ed ombre nella vita della scuola elementare statale di Palagiano, di Michele Orsini e Pietro Sudoso, in  “Tasselli di storia palagianese”.