Il tempo è sempre galantuomo! Chi ha deciso di occupare il proprio tempo politico eliminando in maniera scientifica gli oppositori interni al Partito democratico, provocando una diaspora senza precedenti di militanti, dirigenti, iscritti; chi ha scientemente, esclusivamente per fini politici personali e per accaparrarsi il potere fine a se stesso - con ciò distruggendo intere compagini amministrative - vedi Palagiano, Martina, ma anche Mottola, Laterza, Statte, Manduria…, ha subito uno smacco incancellabile che ha determinato, finalmente, la presa di posizione del nuovo Segretario regionale del PD che ha commissariato immediatamente la federazione provinciale del PD jonico.
Questa sconfitta, questo disastro, che ha colpito il PD porta dei nomi e dei cognomi. Due fra tutti: Michele Pelillo e Michele Mazzarano. Sono loro, soprattutto, che si sono spartiti il territorio, i circoli; sono loro che hanno studiato a tavolino le epurazioni di tutti coloro che rappresentavano una risorsa per il partito, ma che potevano anche rappresentare un ostacolo ai loro sogni di grandezza; sono loro che hanno pensato i peggiori inciuci della storia politica del centrosinistra tarantino.
Quando, però, si divide piuttosto che unire, quando si esclude il confronto, quando si chiudono i circoli, quando si minano le amministrazioni dove si governa, solo per il proprio tornaconto personale, ebbene, proprio allora, alla prima occasione, si raccolgono le macerie determinate dai propri scorretti comportamenti politici e umani.
L’immagine che rende chiara l’esperienza del PD jonico negli ultimi anni è quella di un deserto: deserto di idee, di progetti, di partecipazione, di confronto, di alternativa.
Le responsabilità, tuttavia, coinvolgono anche tutti coloro che sapevano e che, per anni, non sono intervenuti, quasi che Taranto fosse una faccenda privata che non coinvolgesse l’intero corpo del partito regionale. Michele Emiliano negli anni della sua segreteria ha fatto dei timidi tentativi, ma anche lui si è arreso, un po’ perché il proprio futuro era rivolto altrove, un po’ perché non gli andava, evidentemente, di restare invischiato nel ginepraio oscuro e pericoloso del pd jonico.
Oggi nel Pd massafrese qualcuno si intesta la sconfitta, pensando di fare un gesto nobile, come se un parricida chiedesse scusa al padre dopo averlo ucciso. Incredibile, quanto in taluni manchi il senso del limite obnubilato dalla sfarzosa ricerca del potere personale e dalla paura di perderlo.
Il peggio è che, chiusi i circoli cittadini, cadute le amministrazioni, desertificata la passione politica, i pochi circoli rimasti attivi sono stati disseminati di cloni protetti e diretti dai dirigenti provinciali. Sono pericoli che vanno disinnescati prima che distruggano quel poco che ancora è rimasto nella realtà democratica jonica.
Ora bisogna avere il coraggio di fare una vera analisi storica e politica, comprendere gli errori commessi e riproporre un progetto politico credibile. Un nuovo Partito democratico jonico che deve ricominciare a percorrere le strade delle persone, interessarsi dei gravi problemi del territorio, dalla mancanza di lavoro, alla crisi di diversi settori produttivi, alla difesa dell’ambiente. Bisogna avere il coraggio di mettere in stand-by i responsabili di questo scempio e richiamare tutti coloro che, negli anni, hanno abbandonato il partito e soprattutto aprirsi alle nuove generazioni favorendo un ricambio generazionale che sappia leggere attentamente le emergenze e le esigenze dei cittadini e formarsi una chiara, trasparente, onesta e capace coscienza politica.
Rocco Ressa