Vittorio Favale è nato a Palagiano il 21 maggio 1942, da Luigi e Carmela Acquaro.

Sesto di nove figli, è sposato con Anna Petrocelli di Stigliano (MT). Ha tre figli, M. Carmela, Stefania e Luigi . Quinta elementare, dopo aver lavorato come agricoltore, entrò in ILVA. Dal 1993 è in pensione. La scommessa con sè stesso, nello scrivere poesie, iniziò quando Giuseppe Occhinegro e Orazio Catucci, organizzarono il primo Concorso di lavori in vernacolo palagianese. La prima poesia presentata al Concorso, nell’anno 2003, “Kuann jery la bonalm dy mamm“, ha per protagonista la madre, che fece da balia ad un neonato la cui madre aveva difficoltà ad allattare.

La successiva, “Li fiemmn trafcant dy na volty”, raccontava i sacrifici di una donna per aiutare il marito a tirare avanti la propria famiglia. Seguirono poi: 1) “Radicy dy Palasceny”, dove raccontava quanto appreso dagli anziani del paese; 2) “Lu matrymoniy dy na volt”, su quanto fosse difficile avvicinare una ragazza per farle una proposta di matrimonio, e come il corteggiamento avveniva. Instancabile la sua vena letteraria: poesie, una commedia in vernacolo, filastrocche, e tanto altro ancora.

 

Produzione letteraria.

Mercato del giovedì.

Silvio Berlusconi.

Come un paio di scarpe.

Vecchiaia malandrina.

Credere o non credere nell'aldilà?.

La dialettica settimanale.

Filastrocca.

Agriturismo.

Dalla terrazza di casa.

I vecchi artigiani.


Donne trafficanti di una volta.

Il vecchio emigrante di Palagiano.

Quando viveva la buonanima di mia madre.

Dio creò pure gli uccelli.

La mietitura.

Il matrimonio di una volta.

Palagiano alluvionata.

Palagiano di una volta.

Radici di Palagiano.

Passione e morte del Figlio di Dio.