Testimonianza di Maria Saracco.

 Mentre io sto ricordando il passato con dei semplici fatti, si è verificato un avvenimento terribile, una alluvione  si è abbattuta su Palagiano, è l’8 settembre 2003, una data  da non dimenticare. Acqua e fango hanno coperto le colture  che circondano  il territorio  del paese, e poi  con una furia spaventosa  hanno inondato  strade e case riducendole in malo modo. La natura è stata terribile, incurante del dolore   della gente  che vedeva andare distrutto  il lavoro di tanti anni. Infatti i loro visi, in quei momenti di catastrofe, apparivano pallidi e contorti, mentre  un grido usciva dalle loro bocche “L’ambost”. Nel corso della mia vita la parola “ambost”  gridata con paura  l’ho udita  più volte. Per quel che ricordo  nel 1947, nel 1962, nel 1973 e nel 1996. Ma questa volta tutto è stato coperto da una melma dal colore indefinito, detto in palagianese “ color del cane che fugge”. Così ho visto lo smarrimento  delle donne  nel vedere le proprie case , con le loro cose e mobili distrutti. Poi  la pazienza  nel cercare nelle cose inondate e sporche ciò che si poteva salvare. Gente senza casa  che non sapeva a chi rivolgersi. Sono momenti terribili  che anche io ho vissuto. Ciò che ha commosso in questi frangenti è stata la solidarietà delle persone. Nemico e odio non c’è stato più, tutti si sono rimboccati le maniche e si sono messi al lavoro. Il  brutto è del giorno dopo quando un  debole raggio di sole fa capolino fra i nuvolosi soddisfatti dello sfacelo che hanno provocato mettendo a nudo il disastro. Vedi le strade impraticabili e ricoperte  di melma, oggetti e mobili messi fuori l’uscio delle  case  ridotte sporche  come  dei “ bidonvil” baracche abbandonate. Ti senti una nullità, ciò che hai fatto sino  a quel momento non esiste più, il tuo lavoro , i tuoi pensieri, tutto è stato niente. La tua vita, i tuoi sacrifici sepolti nella memoria. Questa catastrofe sembra abbia portato all’origine il paese.I colori dei muri hanno perso quel senso di pulito. Sono coperti da una patina di polvere, dando loro del vissuto.. Le strade sono  impolverate, il fango asciugatosi non fa vedere più l’asfalto, perdendo così la loro identità.Il tempo non è passato, così sembra dirti. Ecco che in questo contesto, nella mia mente  si fanno vivi alcuni ricordi.