L'immensità del cielo era una lunga distesa di nubi a perdita d'occhio.

La pioggia cadeva incessantemente da oltre 20h.

Quel giorno la pioggia era diversa, aveva un odore strano.

Le gocce non erano distinguibili, un continuo flusso d'acqua come da un rubinetto aperto che riempie inesorabile il lavabo fino a farlo tracimare.

 

 

L'acqua.

2 atomi di Idrogeno ed uno di Ossigeno. H2O

L'acqua simbolo di vita, l'acqua che ci libera dal peccato originale, l'acqua che ci disseta, l'acqua con cui da piccoli giochiamo.

Quel giorno l'acqua era diversa.

 

I marciapiedi erano stati inghiottiti da tempo, i tombini erano sazii, le strade sommerse.

Le zone esposte a Nord, più vicine al colle della Spia dello Jonio, Mottola, sono le zone più basse del paese, le zone più colpite.

Le cantine già piene, nelle abitazioni a piano terra si cammina con le scarpe inzuppate.

Poi ad un tratto un boato.

Il preludio a qualcosa che di li a poco sarebbe successo.

Ciò che tratteneva l'acqua su in collina ha ceduto.

Ora l'acqua scendeva velocemente portando con sè tutto quello che incontrava.

La stessa acqua fonte di vita ora era fonte di distruzione.

 

Ore 14:12 e 6 secondi.

L'ondata d'acqua entrata in paese butta giù il portone d'ingresso.

Si fa strada in tutta la casa, curva i tramezzi, infossa il pavimento, solleva le porte dai suoi cardini, rovescia i mobili, schianta il grosso armadio sul letto.

Butta giù la madia, sommerge la sveglia.

 

Ore 14:12 e 6 secondi.

La sveglia si ferma...  fermando il ricordo di quell'attimo.

 

08 Settembre 2003  -  08 Settembre 2013

Per non dimenticare.

 

 

Enzo Caforio