Un grave e brutale atto ha colpito ancora la Nigeria. All’alba di domenica 15 gennaio 2023 c’è stato un assalto alla canonica della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, Kaffin Koro, della diocesi di Minna nello Stato di Niger, regione di Paikoro nel nord-est del Paese, dove ha perso la vita il sacerdote Isaac Achi. La Nigeria è un paese molto esteso, la situazione economica è instabile, e vari sono i fattori che scatenano attacchi criminali come l’uccisione del sacerdote: terrorismo, discordanze etniche, criminalità organizzata che colpisce tutta la società indipendentemente.
La situazione socio-politica, a qualche settimana dalle elezioni, è più che mai precaria e desta grande preoccupazione. Ci sono ostacoli a una democrazia forte a tutti i livelli di governo. I conflitti - scatenati dalla competizione politica e dalle rivalità comunitarie, etniche, religiose o per l’assegnazione delle risorse - rappresentano una grave minaccia per la democrazia, e la corruzione pervade la vita quotidiana dei nigeriani. La società civile non ha capacità e risorse per impegnarsi efficacemente con i governi, per sostenere il cambiamento. Purtroppo gesti efferati come l’uccisione del sacerdote, rivolti ai cristiani, sono frequenti e in questo drammatico contesto, i governi sono assenti e non proteggono i diritti di tutti i cittadini senza distinzioni, soprattutto nelle zone più povere isolate e meno protette. Misure necessarie sono indispensabili, per bloccare questi crimini, che costringono i cristiani a lasciare le loro terre, e per ripristinare ordine e legge. Fondamentale e risolutivo sarebbe rafforzare il ruolo della società civile e di altri attori non statali nella promozione di dinamiche pacifiche: chiedere maggiore trasparenza e responsabilità nel processo elettorale e decisionale, promuovere una maggiore partecipazione e inserimento dei cittadini anche per contenere le proteste violente contro le disuguaglianze economiche, causate dall’estrazione del petrolio.
Spesso ad essere incriminati per questi atti, come in questo caso, sono i cosiddetti ‘bandits’, criminali che vivono di rapine, rapimenti e riscatti, e i pastori nomadi fulani, jihadisti, considerati ormai mercenari, che stanno terrorizzando il centro e il sud del paese, alla ricerca di nuove terre, con l’ambizione di imporre il califfato. Fonti della Chiesa, sostengono che molti dei pastori fulani non sono di origine nigeriana ma provengono da altri Paesi, invitati da politici nigeriani nella precedente campagna elettorale per seminare terrore e confusione. Avendo ricevuto la promessa di poter gestire i pascoli in tutta la nazione, ma non poi mantenuta perché non accolta dai singoli stati della Federazione, hanno da allora organizzato bande dedite a rapine e a sequestri di persona. Come in questo omicidio, sono al servizio di chi li paga per commettere stragi e omicidi.
Se una componente degli ideali di questi criminali è demolire le comunità cristiane allontanandole dalle chiese, il risultato non è quello previsto perché la Chiesa aiuta, consola e sostiene. La speranza è poter contare su nuovi governi che garantiscano sostegno e protezione con misure di sicurezza rafforzate, perché non venga violato e punito con la morte uno dei diritti cardinali e fondamentali del genere umano: professare senza impedimenti la propria fede.
Opera Don Bonifacio Azione Verde: grassroots, strategia risolutiva
Come dimostrato da diversi studi internazionali, la Nigeria è uno Stato fragile e questa instabilità influisce sulle possibilità future dei cittadini nigeriani, soprattutto dei giovani. Inoltre, il tasso di disoccupazione giovanile rimane elevato. Poiché più della metà della popolazione nigeriana è costituita da giovani, il loro coinvolgimento è fondamentale per affrontare la violenza e rafforzare i processi democratici nel Paese. Tuttavia, quando si tratta di partecipare attivamente alla società nigeriana, i giovani devono affrontare diverse sfide e occorre prestare particolare attenzione a incoraggiare la loro partecipazione.
I governi internazionali, esclusivamente interessati allo sfruttamento delle risorse, sono spettatori e complici di questo scenario di abbandono della Terra d’Africa, senza concreti accordi diplomatici volti alla salvaguardia della persona e dei diritti umani.
Ancora una volta, ciò che rimane è una pura esposizione mediatica, a cui ha fatto seguito il silenzio criminale degli Stati e l’ennesimo mancato intervento volto a creare un canale di dialogo. L’intervento delle ONG si evidenzia fondamentale e operativo nell’indifferenza mondiale.
In questo contesto, l’impegno, la responsabilità e il lavoro di Opera Don Bonifacio Azione Verde sono rilevanti per promuovere l’attivismo dei giovani, la partecipazione delle donne, nella promozione dei diritti umani e della governance democratica attraverso la formazione e la sensibilizzazione, e l’inclusione dei gruppi vulnerabili, nell’affrontare le questioni sociali e politiche, a loro volta essenziali per promuovere una società giusta, pacifica e inclusiva. Investire nei giovani, nelle donne e nei gruppi vulnerabili è ancora più strategico.
Distruggere la cultura di un popolo significa distruggere il popolo stesso. L’educazione olistica, la formazione e un buon sistema educativo devono essere radicati nella cultura di un popolo e devono essere orientati allo sviluppo del popolo stesso.
I BAMBINI DEVONO ESSERE L’OBIETTIVO PRIMARIO NELLA SFIDA PER CAMBIARE IL SISTEMA AFRICANO IN TUTTE LE SUE RAMIFICAZIONI. I sostenitori dell’inclusione dei paesi africani nella comunità globale devono prestare attenzione primaria alla formazione e all’educazione dei bambini.
In altre parole, se non si punta sull’educazione e istruzione delle grassroots, si possono fare pochi cambiamenti. Per organizzare il sistema educativo in Africa, in vista di un risultato migliore, il mondo deve sostenere le grassroots della popolazione africana. L’aiuto deve essere diretto alla formazione dei bambini e delle loro culture. Il sistema di inviare aiuti alle nazioni africane attraverso i governi in carica ha di fatto bloccato i risultati dell’azione perché il più delle volte gli aiuti non raggiungono le grassroots.
Roma, 20/01/2023
Opera Don Bonifacio Azione Verde International